Uno dei principi chiave di una buona organizzazione è che ogni sistema sia modulare, cioè suddiviso in unità funzionali separate, chiamate moduli, chiaramente individuate e caratterizzate da un livello di complessità gestibile. Per esempio, un palazzo può essere visto come un sistema fatto di diverse unità interagenti: la struttura, l'impianto elettrico, l'impianto idraulico, il sistema di riscaldamento, e il sistema di trasmissione dei dati ecc… In maniera analoga il programmatore deve sforzarsi di usare il principio della modularità per ottenere una cornice chiara entro cui organizzare il programma che sta scrivendo. Nella pratica della programmazione, modularità significa identificare dei moduli semplici e ben delimitati in cui il programma può essere scomposto, in modo tale che ogni funzionalità sia confinata in un solo modulo. Significa quindi poter modificare il modo in cui un modulo è realizzato senza dovere di conseguenza riscrivere anche il resto del programma, nonché poter estrarre un modulo da un programma per riutilizzarlo in un altro. L' aderenza al principio della modularità, già in parte presente nella programmazione strutturata, portato alle sue logiche conseguenze dà luogo a un' ulteriore rivoluzione nel modo di programmare: la programmazione orientata agli oggetti.
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