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Finalmente si parte per Il Cairo, 5 ore di viaggio, consuete formalità in aeroporto, e siamo pronti ad immergerci nella città che inizia a calare la sera. Subito ci ritroviamo immersi in un caotico e coloratissimo movimento: auto e mezzi d'ogni tipo che sfrecciano per ogni dove, al di fuori di qualunque norma di circolazione, in una città che in alcune zone, le più povere, sembra essere appena uscita da un bombardamento, con un susseguirsi di caseggiati tirati su alla meno peggio e pieni di crepe. Fondata agli inizi dell'anno 1000 dalla dinastia dei califfi Fatimidi, Il Cairo ( El-Qahira "la vittoriosa" ) è oggi una città moderna, che con i suoi circa 15 milioni di abitanti coabita, a cavallo del Nilo, con le splendide vestigia del passato che ha ormai inglobato nella sua immensa periferia.
Passeremo le nostre notti all’hotel Conrad, una struttura in ottima posizione centrale, davvero niente male. L'aspetto esteriore delude in quanto quasi anonimo. Basta entrare per restare senza fiato: quattro altissime e vere palme arrivano ad un piano piuttosto alto dell'edificio, nelle varie balconate trovano posto ristoranti, piano bar salotti. Le stanze stupende e complete di tutto, bagni bellissimi e molto spaziosi, camere insonorizzate. La nostra aveva una bellissima vista sul Nilo.
Il giorno seguente parte la nostra visita della città. Dopo un’abbondante colazione ci rituffiamo nel traffico alla volta del Museo Egizio, il più importante al mondo per la vastità dei reperti archeologici che ospita. Fondato nella metà dell'800 dall'archeologo francese Mariette, si è via via ampliato fino a comprendere oggi più di 100 sale espositive organizzate in maniera cronologica, con i reperti più imponenti ospitati al piano terra. Ma senza dubbio le sale più visitate sono quelle situate al primo piano, dove è ospitato il corredo funerario, rinvenuto pressoché intatto, della tomba del faraone Tutankhamon. Il tesoro del faraone, morto in giovane età, ha un valore inestimabile sia dal punto di vista artistico che archeologico e da solo meriterebbe una visita in Egitto. Tra i vari reperti rinvenuti all'apertura della tomba quello che rifulge più di tutti è la magnifica maschera funeraria, simbolo da sempre della antica cultura egiziana.
Al primo piano si trova anche la sala dove vengono conservate le mummie di alcuni faraoni importanti, come Ramses II. Interessante la sala e la storia di Akhenaton, faraone “eretico” e “monoteista”. All'inizio del suo regno decise di dare una svolta alla religione e cominciò ad adorare un nuovo dio, Aton, che egli riteneva essere l'unico vero Dio e unico creatore dell'universo. La radicale innovazione nella religione è stata una sfida diretta contro la casta sacerdotale. I sacerdoti erano scelti in base allo stato, alla nascita, ed erano potentissimi giacché portavoce degli dei. Quando Akhenaton ha dichiarato Aton-Ra come dio supremo ed egli stesso unico portavoce di Aton-Ra, i sacerdoti si sono trovati improvvisamente privi di potere, ed ovviamente scontenti. Akhenaton, d'altra parte, aveva efficacemente consolidato la sua potenza. La centralizzazione del potere, combinata con un indebolimento delle vecchie superstizioni, ha prodotto un boom di arte e creatività artistica noto come arte amarniana.
Le arti figurative abbandonarono i canoni classici, pressoché immutabili da secoli, che imponevano una rappresentazione idealizzata del faraone, sempre vigoroso e prestante, armonico nel corpo, regolare nei tratti del volto, costantemente atteggiato in un'espressione di serafica superiorità. I reperti che si possono ammirare in questa sala si scostano nettamente dal protocollo artistico tradizionale e spiccano per il loro realismo. Lo stesso Akhenaton viene raffigurato con un volto allungato, con gote scarne e incavate, labbra prominenti, mandibola cadente con bocca semiaperta, palpebre abbassate. Il collo, estremamente magro e allungato, ricorda quello di un cigno. Osservando il tronco, spiccano l'addome prominente, i fianchi larghi e cadenti. Il museo Egizio è davvero grandissimo, c’è veramente tanto da vedere, ed è particolarmente impressionante scoprire come gli antichi egizi fossero culturalmente evoluti nelle arti, nelle scienze nelle tecnologie, una civiltà con complesse strutture sociali e religiose. Davvero affascinante considerando che molti dei reperti esposti hanno addirittura migliaia di anni.
La visita al museo, con una buona guida è anche molto utile e consigliata per capire la storia dell’Antico Egitto in modo da visitare poi i siti archeologici molto più preparati e attenti. La storia dell'Egitto viene fatta iniziare con l'unione di Alto e Basso Egitto (rispettivamente sud e nord) da parte di Narmer, primo sovrano della I dinastia, intorno al 3200 a.C. Attraverso momenti imperiali ed altri di profonda anarchia l'Egitto mantenne la sua indipendenza per migliaia di anni. Conquistato da Alessandro Magno nel IV secolo a.C., rimase sotto il controllo dei suoi successori, i Tolomei, fino alla conquista romana al 30 a.C. Alla divisione dell'impero romano l'Egitto divenne parte dell'Impero romano d'Oriente. Nel VII secolo fu conquistato dagli Arabi. La storia antica egiziana è suddivisa in differenti periodi tra cui i più importanti sono l’Antico Regno, il Medio Regno e il Nuovo Regno, ognuno caratterizzato da dinastie di faraoni, usanze e centri del potere differenti.
I confini dell’impero variano molto in base al periodo, la storia egizia è ricca di espansioni e involuzioni territoriali continue. Dopo diverse ore al museo e una valanga di informazioni, ci rechiamo nel pomeriggio alla Piana di Giza, per inebriarci dell'ultima meraviglia: le grandi Piramidi, che con il loro guardiano, la Sfinge, sfidano l'uomo da millenni a risolvere i misteri che le circondano. L'archeologica ha ormai attribuito da tempo, alle piramidi, la semplice funzione di tomba per i faraoni che le fecero edificare, Cheope, Chefren e Micerino, in ordine dalla più grande alla più piccola. Trattasi di faraoni dell’Antico regno, vissuti attorno al 2500 a.C. Questa è forse la teoria più corretta, considerando l'evoluzione architettonica che hanno subito nel tempo le tombe dei faraoni. Partendo da quelle delle antiche dinastie, le Mastabe, tumuli di pietra che sovrastavano una semplice sepoltura scavata nella roccia, che più anticamente ancora veniva ricoperta solo di sabbia , passando per le Piramidi a Gradoni, primi abbozzi di Piramidi, realizzate ingrandendo le mastabe mediante livelli sovrapposti che si stringevano verso l'alto, per arrivare, infine, ad edificare monumenti di enormi dimensioni, realizzati con proporzioni di un rigore geometrico che lascia ancora oggi stupefatti. Per gli egiziani non era importante la vita terrena, quanto piuttosto quella dopo la morte, in cui l'uomo avrebbe dimorato per l'eternità nel firmamento in compagnia degli dei divenendo lui stesso una divinità. Certo questo in un primo periodo era riservato solo al faraone e ai suoi congiunti, ma in epoche successive il concetto si estese ai dignitari ed al popolo comune. Questo potrebbe spiegare l'impegno ed il tempo profuso nella realizzazione di tombe di siffatte dimensioni, quasi che il faraone morto potesse trarne un giovamento nella sua ascesa al cielo. Rimane poi da spiegare perché non si trovino Piramidi nelle dinastie del Nuovo regno, quelle che trasferirono a Tebe la capitale dell'Egitto, ma per questo abbiamo trovato risposte a Luxor.
La visita alla piana di Giza con la Sfinge e le Piramidi, le più importanti e meglio conservate di circa 80 che se ne contano nella zona, vale il costo di un viaggio in Egitto, un'emozione che ripaga da ogni sforzo e che proprio non si può perdere. L’unica Piramide visitabile è quella di Cheope. L'interno si compone sostanzialmente di una camera funeraria, dove era conservato il sarcofago, raggiungibile percorrendo in discesa uno stretto corridoio. In nessuna Piramide sono state trovate iscrizioni o decorazioni, come invece venne poi in uso per le tombe scavate nella roccia. I corredi funerari, veri e propri tesori, sono stati rubati e le tombe profanate forse dagli stessi uomini che hanno contribuito alla costruzione delle piramidi, alla faccia di maledizioni e punizioni divine. Dopo averne ammirato da vicino le gigantesche proporzioni, spostatevi su una collina adiacente per riuscire ad abbracciarne completamente il campo visivo. Uno spettacolo grandioso. In un avvallamento, a guardia delle tre piramidi sorge la sfinge di Giza la più grande statua monolitica del mondo: è lunga circa 74 metri, alta circa 20 metri e larga 6 metri, di cui solo la testa è 4 metri. Fu costruita circa 4.500 anni fa e raffigura una sfinge, un essere mitologico con volto umano e corpo di leone accovacciato. Secondo l’archeologia ufficiale il volto della Sfinge viene attribuito a Chefren. Molto interessante anche il museo della Barca Solare. Secondo la religione egizia, l'anima del faraone veniva trasportata in cielo, per congiungersi con il dio Sole, su una barca sacra, detta "barca solare". Nel 1954 fu rinvenuta, nei pressi della grande piramide di Cheope a Giza, un'imbarcazione probabilmente offerta agli dei per questo scopo, molto ben conservata. Lunga circa 43 metri, ha cinque remi per lato più due a poppa, con funzione di timoni. Alcuni archeologi pensano che il vascello sia stato effettivamente usato per trasportare il corpo del faraone verso la tomba. Completata la visita nella zona archeologica di Giza ci siamo recati presso un grande negozio autorizzato dallo stato nel quale si potevano acquistare papiri di varie dimensioni con immagini tipiche dell’antica civiltà egiziana. Un signore ci ha illustrato brevemente, anche con una dimostrazione pratica, come sono prodotti i fogli usando gli steli della pianta del papiro.
Nell’immagine precedente è illustrato questo procedimento che consiste nel togliere la parte esterna verde dello stelo a sezione triangolare del papiro e nel tagliare strisce più o meno lunghe del materiale interno. Dette strisce vengono poi immerse in acqua per alcuni giorni e, aumentando i tempi d’immersione, il colore delle strisce acquista una tonalità bruna sempre più scura. Le strisce vengono poi poste su di un piano, intrecciandole in strati perpendicolari, e quindi sottoposte a pressione uniforme per allontanare l’acqua e per permettere l’incollaggio ad opera di sostanze presenti nel papiro stesso. Più le strisce rimangono a mollo e più il papiro assume una colorazione scura ed un maggiore valore. Ovviamente non abbiamo resistito a comprarne uno di ricordo, anche molto bello devo dire. Il giorno successivo ci rechiamo in una delle zone più antiche della città, il cosiddetto Cairo Copto, il cuore della comunità cristiana.
Dopo il declino dell'antico culto faraonico e prima dell'introduzione della religione musulmana, l'Egitto fu un paese prevalentemente cristiano. La capitale in questo periodo era Alessandria, Cairo doveva ancora nascere. Nell’area dell’attuale Cairo, nel VI secolo d.C. l'insediamento urbano consisteva soltanto in una fortezza romana ubicata sul Nilo, a guardia di un crocevia lungo la strada tra le antiche città egiziane di Eliopoli e Menfi. Quando il generale arabo Amr Ibn al-Aas si accampò nei pressi della fortezza, furono poste le basi per la futura fondazione del Cairo. Conosciuta oggi come Il Cairo antico (Misr al-Qadima), questa vecchia zona della città regge un baluardo della cristianità egiziana, cioè Il Cairo copto, con le sue storiche chiese. L'area di questa zona è racchiusa all'interno delle mura della fortezza romana di Babilonia, del terzo secolo d.C., ed è un’area di tranquilli vicoli e di antichi luoghi sacri.
Tra gli edifici più interessanti di questa zona sono da visitare la Chiesa grecoortodossa di San Giorgio, il museo Copto, la Chiesa di Santa Barbara, la chiesa di San Sergio, la Sinagoga di Ben Ezra venerata come la più antica sinagoga del Cairo e la meravigliosa Chiesa della Vergine Maria, comunemente chiamata chiesa "La Sospesa" (EI-Moallaqa, in arabo) poiché sembra letteralmente poggiare sulle due torri romane. La Chiesa copta è una delle Chiese orientali antiche. Fu fondata in Egitto nel I secolo. Il nome deriva dalla parola greca aigyptios (egizio). a Chiesa copta ha origine dalla predicazione di san Marco, discepolo di Gesù Cristo, che scrisse il suo Vangelo nel I secolo e portò il cristianesimo in Egitto. I copti hanno anche una lingua propria detta lingua copta che si scrive per mezzo dell’alfabeto copto, simile al greco. La comunità cristiana copta, sopravvissuta a 14 secoli di dominio musulmano, continua a vedere in Cristo solo la natura divina, professando per lo più la religione cristiana ortodossa. Essi hanno conservato non solo il proprio credo religioso ma anche la particolare espressione artistica Assolutamente da non perdere:
Museo Copto: costruito in larga parte nel 1947, il museo ospita la più ricca collezione di arte copta al mondo. Il Museo fu fondato nel 1910 da Marcus Simaika Pasha per esporvi opere d'arte copta inizialmente presentati per categorie ( tessuti, metalli, pitture), circa 1600 oggetti sono oggi esposti nelle sale in ordine cronologico , suddivisi in dodici sezioni. Oltre la ricchezza della sua collezione, anche l’edificio in sé è una testimonianza dell’arte copta e vanta soffitti lignei riccamente decorati, eleganti finestre masbrabiyya, e un giardino interno. Gli oggetti esposti risalgono all'epoca cristiana in Egitto e mostrano chiare influenze faraoniche e islamiche. I più antichi reperti presentano simboli e motivi, come gli ankh e i falchi di Horo, che risalgono al periodo all'antico Egitto. Afascinanti, le raffigurazioni della Vergine con il Bambino, che echeggiano le immagini di Iside e Horo sparse in tutto l'Egitto. Molti sono gli oggetti di ispirazione classica, retaggio della dinastia tolemaica e della dominazione romana. l piano superiore del museo sono esposti i tessuti per i quali i copti erano famosi. Oltre agli indumenti di seta ricamati e alle icone, figura quello che viene considerato il più antico libro esistente, una versione copta dei Salmi di David risalente a 1600 anni fa. L'edificio, oggi dipendente dal ministero della Cultura dell'Egitto, era gestito dal patriarcato copto fino al 1931.
La sospesa: la chiesa dedicata alla Vergine Maria, viene comunemente chiamata "La sospesa" o "L'Appesa" (AI-Muallaqa in arabo), perché fu costruita sulla sommità della Porta sull'Acqua nell'antica fortezza romana di Babilonia. La costruzione originaria fu edificata forse nel IV secolo d.C., ma fu distrutta e ricostruita nell'XI secolo. Ampliamenti e ricostruzioni sono continuati da allora, rendendo difficile la datazione precisa di ogni patte della chiesa.
La chiesa ed il convento greco di S.Sergio fondati alla fine del IV secolo in onore di due ufficiali romani martirizzati in Siria nel 303, (la chiesa fu ricostruita nell'XI secolo). Ha una piccola cripta sottostante la cui leggenda racconta che avrebbe ospitato per sette anni la Sacra famiglia fuggita in Egitto.
La chiesa di S.Barbara, eretta tra il IV ed il V secolo e rifatta nell'XI; Barbara era una giovane dell'Asia Minore, assassinata dal padre mentre cercava di convertirlo al cattolicesimo.
Sinagoga di Ben Ezra: tra i pochi monumenti che testimoniano la vita degli ebrei in Egitto. La loro storia su queste terre risale all'epoca del Vecchio Testamento, delle storie di Mosè e delle persecuzioni da parte dei faraoni. Dopo l'espulsione degli ebrei dalla Gerusalemme romana nel I secolo, Alessandria divenne il principale centro del giudaismo. Ancora agli inizi del XX secolo, la comunità ebraica era molto numerosa e influente in Egitto. Le cose cambiarono bruscamente con la creazione dello stato di Israele nel 1948. Secondo la leggenda, la Sinagoga risale ai tempi di Mosè, ma l'edificio fu all'origine una chiesa, edificata nell'VIII secolo. Circa 300 anni dopo, la chiesa fu distrutta e il sito con le rovine fu donato ad Abraham ben Ezra, rabbino di Gerusalemme nel XII secolo. Durante i lavori di restauro nel XIX secolo furono rinvenuti numerosi manoscritti ebraici nella geniza o tesoro della sinagoga. In Egitto, qualunque documento recante il nome di Dio doveva essere conservato, e questo ha consentito che tantissimi documenti, risalenti in larga parte al XI e XII secolo, arrivassero fino a noi. L'insieme ci offre una cronaca della vita dei Cairo medievale. La sinagoga, sottoposta al restauro nel 1980, è stata restituita alle condizioni originarie, anche se non viene più usata come luogo di culto.
Terminata la visita di questa parte molto interessante del Cairo ci dirigiamo per il pranzo al ristorante del parco Al Azhar Park, a dir poco spettacolare, da mille e una notte, con una vista spettacolare sulla moschea di Saladino. L’area in cui sorge il parco Al-Azhar, la zona di Darb al-Ahmar, era una delle più infelici del Cairo in quanto ospitava, da circa 500 anni, una discarica a cielo aperto che si è progressivamente estesa sino all’intervento dell’Aga Khan Trust for Culture; l’area veniva indicata come «fisicamente e socialmente depressa». Il sito è una sorta di grande collina inserita in una posizione strategica del Cairo, perché da essa si possono osservare diversi punti topici della città: i minareti della moschea del sultano Assan, la cittadella fatta edificare da Salah al-Din (noto in Italia come il «feroce Saladino») e la mamelucca «Città della Morte», un inusitato cimitero abitato. Nelle giornate con aria limpida è pure possibile vedere il profilo delle Piramidi di Giza.
Il parco si struttura su un grande asse formale che dall’altura posta a nord, ove sono collocati un lussuoso ristorante («Hilltop Restaurant») in stile fatimida (dal 969 al 1171) e un bazaar, si indirizza verso sud per concludersi in un grande lago dal quale si traguarda otticamente la cittadella medievale. Una sapiente modellazione del terreno ha creato una serie di visuali prospettiche che consentono di osservare i principali siti della città antica; al tempo stesso, ha determinato una notevole articolazione degli spazi interni del parco, che si scoprono a mano a mano che si procede nella visita. Agli occhi di un occidentale la parte che maggiormente cattura l’attenzione è quella in cui il giardino islamico viene modernamente reinterpretato. L’acqua, elemento essenziale, è presente sotto forma di un canale d’acqua che segna il percorso costellato di vasche e fontane, che a mano a mano discendono verso il grande lago, di forma irregolare. Anche il pranzo, all’egiziana, è stato davvero notevole, con una vista simile poi, davvero molto molto piacevole. Dopo pranzo, eccoci pronti per partire per Luxor ma non prima di una rapida occhiata alla Cittadella del Saladino, residenza fortificata del sultano al di fuori del nucleo principale della città. All'interno si trovano due grandi moschee, quella che normalmente si visita è detta di Muhammad Ali, ed è anche quella più grande e spettacolare, decorata all'interno con splendidi motivi geometrici e ricchi rivestimenti di albastro. Nel cortile esterno è sistemata una piccola torre con orologio che il re francese Luigi Filippo donò in cambio dell'obelisco di Ramses II ora in Place de la Concorde.
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