Luxor

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Arriviamo in serata a Luxor dove ci imbarchiamo sulla nave con la quale solcheremo le acque del Nilo fino ad Assuan: la Miss Esadora 2. Studiata per offrire il miglior comfort durante la navigazione sul Nilo, è dotata di raffinati ambienti comuni. Oltre al ristorante principale che offre giornalmente piatti tradizionali, è presente a bordo un ristorante à la carte dove gustare diverse specialità. Due salette massaggi con vetrate sul Nilo e personale specializzato permettono il massimo relax durante la navigazione. Il ponte sole, permette di godere appieno degli splendidi paesaggi sul fiume, c’è anche una piccola piscina per rinfrescarsi. Nel bar panoramico è stata studiata un’ampia sezione utilizzabile come sala lettura o per meeting a bordo. Molto carino anche il negozietto a bordo della nave dove poter comprare collane e braccialetti personalizzati con il proprio nome in egiziano antico. Giusto il tempo di ambientarci e subito a dormire, il giorno seguente ci aspetta la sveglia all’alba. Luxor è situata dove sorgeva l'antica città di Tebe, antica capitale dell' Egitto al tempo del Medio Regno. È un centro molto importante dal punto di vista archeologico sia perché nella città ci sono i templi di Luxor e Karnak, sia perché nelle vicinanze ci sono i siti archeologici della Valle dei Re e della Valle delle Regine e altro ancora. Di prima mattina, con l’oscurità che lascia poco a poco spazio alla luce, attraversiamo il Nilo su di un battello a motore. Arrivati sull’altra sponda partiamo alla volta di Tebe.

Lungo la strada che porta a Tebe Ovest, in uno spiazzo polveroso tra i campi di canna da zucchero,ci fermiamo ad ammirare i Colossi di Memnone (conosciuti dai locali come el-Colossat, o es-Salamat) sono una coppia di gigantesche statue che testimoniano la dimensione di uno dei più grandi templi egizi. Ricavate ciascuno da blocchi monolitici, i colossi sono alti 18 metri. Erano già famosi nell'antichità per il particolare suono emesso all'alba dal più settentrionale dei due. Questo misterioso suono portò i greci a credere che le statue rappresentassero il divino Memnone, il quale ogni mattina salutava la madre Eos, dea dell'aurora. Il rumore risultava probabilmente dal passaggio dell' aria in una spaccatura nella pietra causata o da un terremoto o dalla sua dilatazione dovuta all'improvviso calore dei primi raggi del sole. Purtroppo il gigante tace dal 170 d.C, dopo che l'imperatore romano Settimio Severo ha ordinato il suo restauro. Gli archeologi hanno svelato che le statue ritraggono il faraone del Nuovo Regno Amenhotep III, mentre le figure scolpite ai suoi piedi rappresentano la moglie, Teye, e la madre, Mutemuia. Oggi il tempio è quasi completamente scomparso, causa i ripetuti saccheggi, un terremoto e l'erosione delle annuali inondazioni del Nilo, che si alzava ogni anno invadevano probabilmente i cortili e le sale esterne, risparmiando il solo sacrario.

Seconda tappa alla famosa Valle dei Re che era la necropoli dei faraoni del Nuovo Regno, uno dei siti archeologici più ricchi del mondo. Durante questo periodo dell'antico Egitto, quasi tutti i faraoni venivano sepolti qui, in tombe di particolare bellezza scavate nella roccia e decorate con misteriose rappresentazioni dell'Aldilà. Le tombe erano colme di immensi tesori e, anche se quasi tutti sono stati saccheggiati già secoli fa, resta sempre la speranza che qualche fastoso nascondiglio esista ancora e attenda di essere scoperto. A partire dal regno di Tutmosi I, le tombe sono state scavate in profondità nelle colline attorno a Tebe, in modo da preservarle dai ladri che già avevano profanato le piramidi, ma questo non impedì ai ladri di prendersi i tesori in esse custoditi: tutte le camere funerarie furono infatti saccheggiate, eccetto quelle di Thuyu e Yuya, e la famosissima tomba di Tutankharnon, scoperta da Howard Carter nel 1922, con tutto il suo tesoro ancora intatto ed esposto al museo del Cairo. I templi funerari sono disposti lungo il margine della pianura alluvionale, dove finivano le coltivazioni e iniziavano i pendii delle colline. Ma le strutture delle tombe sono rimaste accessibili ancora oggi, con i loro spettacolari corridoi e camere funerarie splendidamente ornati con resoconti simbolici del viaggio agli inferi, e con immagini rituali destinate ad assistere i faraoni nell'aldilà. Nelle tombe più antiche, solo la camera funeraria era decorata, pratica poi estesa all’intera tomba a partire dalla XIX Dinastia (Ramesse I). Le scene raffigurate erano tratte dai Libri del Mondo Inferiore, come l'Amduat, la Litania di Ra e, a volte, dal Libro dei Morti, e fungevano da guide dell'Aldilà.

Nella zona ci sono 62 tombe, ciascuna con un numero assegnato nell'ordine in cui furono scoperte. Hanno una struttura comune, per riprodurre il mondo dell’Aldilà, con un lungo corridoio inclinato che scendeva in un'anticamera o in una serie di sale ipostile, per concludere in una camera funeraria. Sebbene tutte siano disposte secondo questo schema comune, non vi sono due tombe simili. Non tutte le tombe sono aperte e visitabile contemporaneamente. Noi abbiamo visitato:

Tappa successiva alle Tombe di Deir el Medina dedicate agli artisti Gli artigiani, gli schiavi e gli operai che costruirono i magnifici templi e decorarono le splendide tombe che onoravano gli antichi faraoni vivevano seppolti a Deir el-Medina, noto anche come il Villaggio degli Operai, situato a sud della Valle dei Re. Gli scavi in questo sito hanno portato alla luce circa 70 abitazioni circondate da un muro di cinta. ù Il sito è fortemente rovinato dal tempo, la struttura delle case è ancora ben delineata. Ciascuna era composta di un locale di ingresso e quattro stanze, una scala che scendeva a una cantina e un' altra che saliva sul tetto terrazzato. I costruttori dei templi erano sepolti in tombe minuziosamente decorate e sormontate da una piccola piramide (pyramidion). Le dimensioni ridotte di queste tombe permettono solo visite di piccoli gruppi. Le tombe hanno la forma di un cortile cintato attorno a una cappella, sotto la quale si trovava la camera funeraria. Verso ovest, risalendo il pendio della collina, incontrerete alcune tombe più semplici, scavate nella roccia. Tre di queste sono aperte al pubblico e meritano di essere visitate per le loro magnifiche decorazioni parietali, rese vivacissime dai predominanti toni caldi, gialli, ocra e oro. Una delle più belle è la Tomba di Inherkhau, splendidamente decorata con scene storiche, tra cui l'uccisione del serpente Apophis sotto l'albero sacro. Accanto si trova la Tomba di Sennedjem, uno schiavo della XIX dinastia descritto nei testi geroglifici come "servitore della Sede della Verità", la tomba in costruzione nella Valle dei Re. Le sue pareti ocra sono tuttora in perfette condizioni e raffigurano Sennedjem insieme alla moglie Iyneferti. Il tutto è davvero molto suggestivo, alle prime luci del mattino poi è ancora più affascinante.

L’ultima visita della mattinata è al Tempio di Hatshepsut nel sito di Deir al-Bahri . Scavato nella ripida parete rocciosa, il tempio funerario di Hatshepsut a è uno spettacolo mozzafiato. La sua posizione è superba: il tempio è disposto su una serie di ampie terrazze sovrapposte, il cui livello superiore si confonde nel roccioso anfiteatro calcareo che lo accoglie. Fu disegnato durante la XVIII dinastia da Senenmut, architetto della regina Hatshepsut. Nonostante i danni arrecati da Ramses II e la trasformazione in monastero con l'avvento del cristianesimo, gli scavi del sito continuano a rivelare splendide decorazioni. La regina, o il re Hatshepsut, come certamente avrebbe preferito essere ricordata, regnò sull'Egitto della diciottesima dinastia per più di vent' anni.

Fu una donna notevole. Figlia maggiore del re Thutmosis I, sposata al fratellastro Thutmosis II e tutrice del giovane fratellastro-nipote Thutmosis III, Hatshepsut riuscì in un modo o nell'altro a sfidare la tradizione e a installarsi saldamente sul trono divino dei faraoni. A partire da quel momento Hatshepsut divenne la personificazione femminile di un ruolo maschile, rappresentata, unica nella storia, sia come donna che come uomo, vestita con abiti maschili, dotata di accessori maschili e addirittura della barba finta tradizionalmente esibita dai faraoni. Il suo regno, un'epoca in cui la pace interna, l'esplorazione di paesi stranieri e la costruzione di edifici monumentali trovarono un attento e delicato equilibrio, fu sotto tutti i punti di vista - tranne uno, ovviamente - un tipico regime del Nuovo Regno; sotto di lei l'Egitto prosperò. Eppure, dopo la sua morte, si cercò con ogni mezzo di cancellare il suo nome e la sua immagine dalla storia dell'Egitto. I monumenti di Hatshepsut furono abbattuti o usurpati da altri, i ritratti distrutti e il nome cancellato dalla storia e dall'elenco ufficiale dei re egizi. Ma qualcosa rimase….Il sito del tempio è noto come Deir el- Bahari, dal monastero copto che un tempo vi sorgeva. (Deir al-Bahri significa "monastero del nord"). Il suo nome egiziano originale era più evocativo: Djeser-djeseru, “Il più sacro tra i sacri”. Un tempo, infatti, erano tre i templi uno di fianco all'altro, ma i due vicini sono andati in rovina. Anche il tempio di Hatshepsut rischiò a perdersi: il suo successore, Thutmosi III, danneggiò il luogo per rabbia nei confronti della regina che lo aveva allontanato dal trono. Alla sua scoperta, a metà del XIX secolo, il tempio era in rovina e il suo aspetto attuale è in gran parte dovuto al lavoro di restauro fatto da una squadra di archeologi egiziani e polacchi negli anni ’60. La maggior parte dei visitatori sale direttamente al secondo cortile, ma è consigliabile prendersi il tempo per ammirare i rilievi che decorano il colonnato inferiore. Il pomeriggio lo dedichiamo al tempio di Luxor e a quello di Karnak. Il primo Fondato dal faraone Amenofi III, era il luogo di culto dedicato alla triade tebana degli dei Amon, Mut e Khonsu, che venivano celebrati ogni anno durante la festa di Opet. Situato in riva al Nilo, nel cuore della moderna Luxor, i suoi grandi colonnati, lo rendono uno dei più straordinari monumenti antichi.

Tutti i faraoni del Nuovo Regno vollero lasciarvi la propria impronta per l'eternità. Fu iniziato da Amenhotep III (Amenophis,1391-1353 a.C.) e proseguito dai faraoni Horemhab e Tutankhamon, ma soprattutto ampliato e abbellito da Ramesse II, figlio di Sethy I. L’ingresso del tempio di Luxor si trovava a Nord ed era preceduto da un viale di sfingi criocefale, che furono sostituite dal faraone Nectanebo I con teste umane. Aveva un grande portale alto 24 metri e sul pilone erano state incise le gesta epiche del grande Ramesse II (la Battaglia di Quadesh) che combatte contro gli Ittiti. In origine l’ingresso aveva sei statue colossali del faraone (in origine quattro sedute e due in piedi) e due obelischi in granito. Oggi ne resta uno,a sinistra dell'entrata, poichè l'altro fu donato da Mohamed Alì ai Francesi e ora si trova in Place de la Concorde a Parigi. In cambio i Francesi donarono all’Egitto l’orologio di cui abbiamo già parlato. In egiziano il suo nome era ipet resyt che significa ‘harem meridionale’.Qui si teneva la festa di rigenerazione del faraone, detta di Opet, durante la quale il sovrano si ‘ricaricava di energia vitale’. La festa si celebrava partendo con una processione dal vicino tempio di Karnak, portando una statua di Amon da quel luogo, attraverso il Nilo, fino a Luxor. Era grande la considerazione che nei tempi antichi godette il tempio, poiché Alessandro Magno lo restaurò e anche in epoca romana vennero intrapresi lavori di sistemazione, mentre la sua decadenza cominciò con la dominazione araba, subendo un graduale abbandono o uso improprio. Fu anche oggetto di occupazione da parte di comunità cristiane, che ne cancellarono in alcuni punti i geroglifici; al suo interno vi fu costruita anche una moschea, nel XIII secolo.

Ha un cortile colonnato asimmetrico rispetto al corpo che lo segue, probabilmente per rispettare il progetto originario voluto da Tuthmosi III. Tutto è da ammirare: il cortile con le colonne a papiro aperto, il lungo corridoio con le pareti istoriate dalle scene di processione della barca solare durante la festa di Opet, a cui segue un grande cortile e una sala ipostila, che precede il Santuario, la zona più importante del Tempio in cui nella zona dove solitamente stazionava la statua del dio o degli dei quando non si portavano in processione. Vi avevano accesso solo ed esclusivamente i sacerdoti addetti alle funzioni sacre.

Ultima tappa della giornata, prima di ritornare sulla barca, al complesso architettonico che si trova a circa tre Km dal tempio di Luxor, al quale era collegato da un viale di sfingi che, tra le zampe avevano una statuetta del faraone a simboleggiare la protezione sulla sua persona. Il complesso è composto da tre zone recintate e distinte. La meglio conservata è quella centrale, grazie all'imponente lavoro di restauro in continuo svolgimento. Essa era destinata al culto del dio AMON, ed è orientata secondo l'asse sud-est e nord-ovest; ha una forma trapezoidale, ha un recinto di mattoni crudi e presenta otto ingressi.

A sinistra si trova la zona dedicata al dio Montu, recintata da mattoni crudi;è la più piccola ed ha forma quadrata, è in parte ancora da scavare .A destra,circa a duecento metri,si trova la zona dedicata a Mut, che rimane tuttora da esplorare, di forma trapezoidale, recintata da mattoni crudi. Il lago sacro fu creato all'epoca del faraone Amenhotep III e serviva ai sacerdoti per fare le abluzioni(purificazioni) quattro volte al giorno. Nel zona centrale primeggia il grande tempio di Amon.

Impressionante la grande sala ipostila (spazio chiuso in cui il tetto è sostenuto da colonne) che ospita 134 enormi colonne papiriformi, nelle quali ho veramente 'sentito' la grandezza dell'antico popolo Egiziano. Ancora oggi,in alcuni punti,sono incredibilmente presenti i colori originali(in alto). La zona è chiamata con ragione "foresta di colonne":sono alte 23 metri, con una circonferenza dei capitelli (a papiro aperto) di 15 metri. La parte centrale fu iniziata nel 1375 a.C. da Amenhotep III e fu concepita con una altezza diversa dalle altre, cosicché nella 'foresta' si crea un sistema detto di "claustra", ovvero un enigmatico gioco di luci e di ombre. Questo tempio è a dir poco maestoso e la dice lunga sul potere e il prestigio del faraone e dei suoi sacerdoti.

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