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Dopo la giornata trascorsa a Luxor riprendiamo la navigazione, risalendo la corrente verso sud in direzione di Assuan. Oltre agli splendidi monumenti, il fiume stesso costituisce un'attrattiva, con il suo paesaggio attraversato dalle bianche vele delle tipiche feluche che scivolano via tra le imbarcazioni da crociera che percorrono il fiume. Se siete in nave da Crociera, potrete ammirare le sponde lussureggiante del fiume, bordate da palmeti e piantagioni. Impressionante il contrasto tra il deserto, tutto intorno, e la vegetazione. Starsene sul ponte della nave ad ammirare il paesaggio, la vita dal ritmo blando in armonia con la natura, i bambini che giocano nell’acqua, è davvero molto piacevole.
Tutto questo a Gennaio, con le temperature più che sopportabili, nei mesi caldi non credo sia altrettanto piacevole. Il tratto del Nilo che percorre tra Luxor ed Abu Simbel rappresenta la parte tipicamente africana dell’Egitto. Le rive del fiume qui sono caratterizzate da un’ampia vegetazione, mentre le città della regione sono poco sviluppate. La Prima Cateratta di Assuan, dove il Nilo è bloccato dalle rocce, segnava il confine del territorio dell’antico Egitto e la Nubia, regno africano, che si estendeva su ampi territori a monte di Assuan fino all'attuale città di Khartum, in Sudan. Durante i tempi del loro potere gli egizi inviavano spedizioni militari verso sud, per contrassegnare le loro conquiste territoriali edificando grandi tempi, come quello di Abu Simbel. Nei periodi di debolezza invece, erano i nubiani a salire verso nord, arrivando persino a fondare una nuova dinastia, a Menfi. In epoche successive, i greci e i romani poi, tentarono di mantenere un controllo su questo territorio di frontiera, e con una politica assimilativa riuscirono di costruire un gran numero di monumenti tra cui i templi di Esna, Edfu, Kom Ombo e File, straordinarie testimonianze del periodo per la loro architettura, ma anche per la loro incantevole ubicazione. Durante il tragitto sostiamo a Edfu per visitare il Tempio di Horus, divinità raffigurata in sembianza di falco.
Il tempio di Horus a Edfu è sicuramente uno dei monumenti più suggestivi che sorgono sulla riva del Nilo tra Luxor e Assuan. Rimase sepolto da sabbia e fango per quasi due millenni, mostrandosi oggi come il tempio tolemaico più grande e meglio conservato d'Egitto. Per periodo tolemaico si intende l’intervallo di tempo dal 305 a.C. al 30 a.C. in cui le conquiste di Alessandro Magno portarono l'Egitto nell'orbita del mondo greco. Per accedere al tempio si deve necessariamente passare attraverso un bazar turistico. Due eleganti statue di Horo in granito nero fiancheggiano l'ingresso al pilone, che conduce a un ampio colonnato e alla prima sala ipostila. Il tempio ha la caratteristica, comune ,di restringersi procedendo verso l'interno. Accorgimento che aveva lo scopo di creare una sorta di effetto cannocchiale, permettendo ai sacerdoti, nella parte più interna, di poter comodamente osservare gli avvenimenti esterni al riparo da sguardi indiscreti. Ornato con decorazioni a carattere religioso e mitologico, sorge sopra un sacrario di epoca più antica, attribuito al famoso architetto Imhotep, il costruttore della famosa piramide a gradoni di Zoser che si trova a Saqqara. Il primo pilone, alto 36 metri, è decorato con due scene speculari del faraone che abbatte i nemici al cospetto del dio Horo e della dea Hathor
Torniamo sulla nave e proseguiamo il viaggio verso Kom-Ombo, dove nelle prime ora della serata visiteremo un tempio illuminato davvero molto suggestivo. Trattasi del Tempio dedicato alle divinità del Nilo Sobek, identificato con il coccodrillo, ed Haroeris. Anche questo tempio, costruito sul sito d'uno più antico, è di origine tolemaica. Situato in posizione leggermente rialzata rispetto alla riva del Nilo, ricorda nell'aspetto le antiche acropoli greche. All'interno della prima sala i soffitti sono decorati con motivi astronomici, mentre le pareti laterali sono splendidamente affrescate con scene di offerte alle divinità. Nei sacrari più interni si trova una dedica che reca il cartiglio di Cleopatra, così come nelle piccole sale adiacenti si trovano quelli di numerosi faraoni tolemaici e di eminenti personaggi greci e romani.
Il tempio è circondato da due cinte murarie, particolarmente interessante sulla facciata interna di uno di questi la rappresentazione di un set di strumenti chirurgici dell'epoca, tra cui è facile riconoscere la sagoma di alcuni bisturi molto simili a quelli in uso ai nostri giorni, a testimonianza di come la scienza medica egizia avesse raggiunto all'epoca un livello molto elevato. Riprendiamo la navigazione e il giorno dopo ci risvegliamo già attraccati ad Assuan, l’ultima città raggiungibile con le navi da crociera. E’ un posto piacevole in cui fermarsi e punto di partenza per visitare i templi sulle sponde del lago Nasser, tra cui lo spettacolare Abu Simbel. Assuan sorge sul punto più affascinante del Nilo, dove le acque del fiume incontrano il deserto formando piccole idilliche isole. Gli abitanti sono per la maggior parte nubiani, arrivati qui durante la costruzione della grande diga. Attualmente è poco più di una sosta sulla strada per Abu Simbel, tuttavia, la città merita una visita più approfondita, per il suo esotico mercato, l'incantevole museo e alcuni siti di età faraonica nelle sue vicinanze.
Verso l'interno, si incontra il famoso mercato di Assuan, il quale anche se non offre più le merci che vantava un tempo, è tuttora uno spettacolo di fragranze e colori esotici, ricco di spezie, tessuti, tappeti, gioielli nubiani ed oggetti di alabastro e onice. Ad Assuan troverete anche un ricordo dagli albori del turismo internazionale: l’ Old Cataract Hotel, alloggio scelto da numerosi personaggi famosi tra cui Agatha Christie, che nel 1973 ha scritto qui parte del suo romanzo Assassinio sul Nilo. Rimandiamo di qualche ora la visita ad Assuan per dirigerci con un volo locale ad Abu Simbel. Costruito da Ramsesse II, Abu Simbel è uno dei più famosi monumenti dell'antico Egitto, insieme alle Piramidi e la Sfinge di Giza. Situata al confine meridionale del Paese, scolpita in una parete di pietra nel XIII secolo a.C., è uno spettacolo mozzafiato. La sua facciata di 33 m d'altezza, con le quattro colossali statue di Ramses II che porta la doppia corona dell'Alto e del Basso Egitto aveva il ruolo di mostrare la supremazia del faraone ai visitatori che provenivano da sud. Il Grande Tempio fu dedicato alle divinità protettrici delle grandi città egiziane - Amon di Tebe, Ptah di Menfi e Ra-Harakhty di Eliopoli. Intagliato nella parete rocciosa sulla sponda occidentale del Nilo, fu iniziato nel quinto anno di regno del faraone e ultimato in 30 anni. Al tramonto dell' età dei faraoni, il monumento fu trascurato e gradualmente sepolto dalla sabbia. Scomparve completamente dalla storia, senza essere più menzionato ne dai greci ne dai romani. Il suo ritrovamento è dovuto a Lewis Burkhardt, un esploratore svizzero che nel 1813 descrive il luogo come un insieme di statue dai quali si vede poco altro che la testa e le spalle. Nel 1817, l'esploratore italiano Giovanni Battista Belzoni riuscì ad entrare nel tempio, ma fu purtroppo deluso dai pochi oggetti ritrovati all’interno. Il monumento è rimasto parzialmente sotto la sabbia per altri decenni, rivelato nella sua completa maestosità solo nel 1909.
Vicino al grande tempio vi è Il tempio più piccolo ad Abu Simbel, dedicato alla dea Hathor. Fu costruito da Ramses II in onore della sua sposa preferita, Nefertari. Sul fronte del tempio si ergono sei statue colossali, alti di circa 10m, raffigurando Ramesess e la regina. Queste sono affiancate da figure più piccole di altri membri della famiglia regale. All’interno del tempio, la sala ipostila è decorata con pilastri sormontati da teste di Hathor e scene di Ramses che combatte i nemici. Le pareti sono ornate di scene raffiguranti Nefertari, Hathor e Mut. Sulla parete di fondo, è raffigurata la coppia reale che porge offerte agli dei. Negli anni sessanta i templi di Abu Simbel sono stati ricollocati, poiché il lago Nasser minacciava di sommergerli. Sotto la guida dell'UNESCO sono stati trasportati e ricollocati su una parete artificiale, situata a 210 m di distanza e 65 m più in alto rispetto al sito originario, un lavoro ingegneristico davvero incredibile. Anche lo scenario naturale del lago Nasser è spettacolare. Trattasi di un grande lago artificiale formatosi in seguito alla costruzione della Diga di Assuan sul Nilo tra il 1958 e il 1970. Il nome di Lago Nasser è dovuto al presidente egiziano Gamal Abdel Nasser, che ebbe l'idea della costruzione della diga per controllare le periodiche piene del Nilo. Il lago presenta scenari incantevoli ed è un località apprezzata per la pesca, soprattutto del persico del Nilo.
Di ritorno ad Assuan facciamo visita al Museo Nubiano. In questo piccolo museo sono raccolti molti esempi di arte nubiana e sono stati ricostruiti vari momenti di vita nubiana. All'ingresso si è accolti da una grande statua di RAMESSE II che troneggia, grazie anche alla sapiente illuminazione, nella vasta sala.
Passeggiando per le varie sale si possono ammirare vari reperti che vanno dal periodo egiziano fino ad arrivare alla conquista islamica di questi territori. Un splendido esempio di questo periodo è una bellissima anfora in oro e decorata con scritte in arabo stilizzate. Questa anfora è anche rappresentata in una banconota egiziana. Sono molto interessanti e costruiti così bene da sembrare veri numerosi piccoli stend che rappresentano momenti di vita della popolazione nubiana. Le statue di cera sono vestite con gli abiti tipici nubiani, e i vari ambienti sono una ricostruzione fedele delle abitazioni nubiane. Il giorno seguente lo iniziamo visitando la grande diga (High Dam). In realtà le dighe sono due, una più vecchia e più piccola e una più recente e molto più grande. La diga di Assuan, la più piccola, che impegnava cinque volte le quantità di materiali utilizzati per la costruzione della Piramide di Cheope, ha servito egregiamente il fabbisogno energetico d’Egitto fino agli anni 50, quando il presidente Gamal Abn el-Nasser ha percepito che lo sviluppo del paese necessita una diga ancora più grande. Affrontando diversi problemi di finanziamento, Nasser ha deciso di nazionalizzare il canale di Suez per ottenere i fondi necessari alla costruzione della diga. In seguito alla Crisi di Suez fu l'Unione Sovietica a fornire la consulenza tecnica e i fondi per la costruzione, iniziata nel 1960 e terminata nel 1971, un anno dopo la il trapasso di Nasser. Anche se non è la più grande del mondo, le dimensioni della Grande Diga di Assuan sono notevoli: è alta 3830 m e larga 980 m. Alla sua costruzione hanno partecipato oltre 35.000 persone, di cui purtroppo sono caduti durante il lavoro 451. Oltre le dimensioni imponenti della diga, anche i suoi vantaggi portati alla comunità sono notevoli, caratterizzato nell’ampliamento dell’area coltivabile dell’Egitto con circa 30%. L’evaporazione dal Lago Nasser, il bacino artificiale creato dietro la diga, porta tuttora importanti precipitazioni in zone prima aride. L’energia elettrica fornita è stata raddoppiata e anche l’indotto turistico ha portato allo sviluppo della zona. Tra la grande diga e la diga di Assuan, il tempio di Iside a Philae situato su un'isola del Nilo è sicuramente una tappa da non perdere. Si può accedere al monumento solo con piccole barche, ma anche la gita in sé costituisce una straordinaria esperienza: i piccoli taxi d'acqua che navigano sul fiume passano accanto a spettacolari monumenti sparsi lungo la riva dell’'isola di Agilkia.
Philae deve la sua fama alla presenza del culto della dea Iside che attirava i pellegrini dell'intero bacino mediterraneo. E’ sopravvissuto all'era cristiana, rimanendo l'ultimo baluardo del paganesimo. Per vedere il tempio, quarant'anni fa, le barche dei visitatori si dirigevano verso l'isola di Philae, dove fu originariamente costruito il complesso templare in età tolemaica. Dopo la costruzione della Diga di Assuan il livello del Nilo è salito, sommergendo completamente il tempio per sei mesi l'anno. Attraverso l'acqua pulita del fiume era possibile vedere i cortili e le colonne sommerse. Negli anni '60, quando è sorta la minaccia di inondare l'isola per sempre, i templi sono stati smontati blocco per blocco e ricostruiti al disopra del livello delle acque sulla vicina isola di Agilkia, rimodellata per assomigliare il più possibile all'isola sommersa di Philae. Arrivando sull'isola di Agilkia si incontra subito un piccolo tempio eretto da Nectanebo I, il più antico monumento del complesso. Nelle vicinanze si trova il cortile esterno racchiuso da due lunghe file di colonne. La fila delle colonne orientali è interrotta dal Tempio di Arensnuphis, mentre nel colonnato occidentale vi sono delle finestre che si aprono sul fiume. La locazione lo rende davvero un sito molto affascinante. Il pomeriggio lo dedichiamo al relax e allo shopping. Dopo un rilassante giro in feluca, un'imbarcazione bassa e veloce con due alberi a vela latina, visitiamo un laboratorio di essenze e profumi. Il proprietario ci accoglie stordendoci di fragranze di ogni tipo, tra specchi, luci e boccette di vetro di squisita fattura. Ci mettiamo comodi sui grandi divani moderni e prestiamo attenzione alle scelte di acquisto che ci vengono presentate con discrezione ed una notevole dose di humor. Dalle profumazioni per il corpo, a quelle per il benessere, ambra, muschio, capace di scacciare il più feroce dei mal di testa e la menta pura da sciogliere in acqua calda per la cura delle congestioni nasali. Un venditore fa una dimostrazione spiegando, proprietà terapeutiche e leggende di ogni essenza e svelando quali combinazioni di essenze stanno alla base dei profumi più famosi. Se vi interessa c'è anche il sito: essence if life al faied. Davvero interessante, sinceramente ignoravo che alla base dei profumi ci fossero piccolissime quantità di essenze, sostanze naturali profumate presenti in alcune piante (sinonimo di olio essenziale). I profumi o gli oli profumati di cui si parla nei documenti di origine egizia, sono proprio delle combinazioni di essenze. Molti vasetti porta essenze vecchi di migliaia di anni sono infatti esposti al museo del Cairo, uno di questi è addirittura sigillato e sembrerebbe contenere ancora al suo interno quello che potrebbe essere il profumo più antico del mondo. Ancora una visita al mercato di Assuan per comprare gli ultimi souvenir, graziosi oggetti di alabastro, ed eccoci pronti per fare ritorno in Italia. Rientriamo a Milano stanchi ma contenti e consapevoli di aver vissuto una settimana davvero intensa e incredibilmente ricca di fascino e cultura. L’ideale sarebbe farsi una seconda settimana di relax al mar rosso, ma non si può avere tutto, il lavoro ci chiama.
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