Analizziamo il seguente circuito nel quale sono presenti due ingressi x1 e x2, due uscite z1 e z2, due latch di tipo S-R le cui uscite sono definite y1 e y2.
Come si può vedere, le uscite della rete sono una funzione combinatoria degli ingressi (x1, x2) e delle uscite dei latch (y1, y2), e possono pertanto essere descritte con i metodi delle reti combinatorie. In modo analogo, gli ingressi dei latch (S,R) sono funzioni combinatorie degli ingressi della rete. Il legame fra gli ingressi della rete e le uscite dei latch introduce il concetto di "memoria" tipico della rete sequenziale. Supponiamo ad esempio che in un certo istante la configurazione associata agli ingressi x1 e x2 sia 00 che le uscite dei latch siano di conseguenza y1 e y2 00. L'ingresso x1 passi a 1 (1000 x1, x2, y1, y2). In questo caso, anche l'ingresso S2 al secondo latch passa a 1, e ciò comporta che l'uscita y2 di tale latch debba a sua volta passare a 1. In altre parole, lo stato 1000 è uno stato instabile per la rete sequenziale destinato a trasformarsi nello stato stabile 1001. La cosa può essere ripetuta per tutte le configurazioni di x1, x2, y1 e y2, ottenendola seguente tabella:
Gli stati stabili sono rappresentati in neretto, mentre i numeri accanto agli stati instabili indicano in quali stati stabili sono destinati a trasformarsi. Un modo più comodo per indicare tali transizioni fra stati instabili e stati stabili è quello di specificare, per ogni stato, il prossimo valore delle uscite dei latch (y1 e y2) solitamente indicato con lettere maiuscole (Y1 e Y2). Le uscite attuali y1 e y2 prendono il nome di variabili interne della rete, mentre Y1 e Y2 prendono il nome di variabili dello stato prossimo. Considerando che al variare degli ingressi, le entrate ai bistabili saranno:
otteniamo la tabella:
Analizziamo come esempio la riga 3: le variabili interne (y1
e y2) sono 11 (memoria del passato).
Applico in ingresso 00.
Resetto quindi il primo bistabile (riceve un impulso sul reset) mentre il secondo
bistabile rimane inalterato: Y1Y2 sarà quindi 01. Un
modo più usuale di indicare le stesse informazioni è quello di adottare la tabella
delle transizioni insieme alla tabella delle uscite.
Si tratta di tabelle nelle quali gli indici di colonna sono le configurazioni
delle variabili esterne, gli indici di riga sono le configurazioni delle variabili
interne attuali (cioè gli stati presenti) e i valori riportati in ciascuna casella
sono rispettivamente i valori delle variabili di stato prossimo e i valori delle
uscite:
Da uno stato stabile della tabella delle transizioni, una qualsiasi variazione degli ingressi provoca uno spostamento di colonna. Se la casella in cui ci si sposta è caratterizzata da uno stato prossimo diverso dallo stato presente associato alla riga della tabella in cui ci si trova, si verifica anche uno spostamento di riga per raggiungere il nuovo stato stabile. Il funzionamento della rete sequenziale è dunque associabile ai movimenti di un "punto di lavoro" che si sposta all'interno della tabella delle transizioni. Una forma più sintetica della tabella delle transizioni è la tabella degli stati, nella quale ogni configurazione di stato presente (s) e prossimo (S) è rappresentata da una lettera:
Dalla tabella delle transizioni, conoscendo le variabili interne (y1, y2) e le variabili dello stato prossimo (Y1,Y2), posso ricavare le funzioni di eccitazione, cioè le equazioni logiche che esprimono gli ingressi dei latch in funzione degli ingressi alla rete. Per l'esempio considerato, tali funzioni sono:
Le funzioni di eccitazione sono poi utilizzate per ricavare la tabella delle eccitazioni, analoga alla tabella delle transizioni salvo il fatto che ogni casella contiene gli ingressi ai latch invece delle uscite prossime:
A questo punto conosciamo tutti gli elementi che contraddistinguono la nostra rete sequenziale. Si noti che in fase di progettazione di queste reti dobbiamo percorrere all'indietro i passi seguiti fino ad ora.
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