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Partenza da Orio al Serio con volo Tunis Air e destinazione Monastir. La nostra vacanza a inizio. Atterrati, passiamo la dogana e saliamo in autobus in direzione Skanes, una delle spiagge più famose della zona, dove l’indomani incontreremo i nostri compagni di tour. L’hotel SOL ELMOURADI SKANES BEACH è davvero molto bello e scenografico.
Iniziamo il pomeriggio in piscina ed incominciano a perlustrare in incognita i nostri futuri compagni di viaggio, facilmente riconoscibili dal portadocumenti del nostro tour operator. Il pomeriggio scorre veloce e piacevole e la sera a letto presto. La sveglia suona alle ore sette con partenza prevista per le otto. Ci aspettano giorni intensi e ricchi di cose da vedere, toccando alcuni dei luoghi più famosi e importanti della Tunisia.
Eccoci finalmente sul fuoristrada Toyota Land Cruiser dove conosciamo i nostri compagni di viaggio distribuiti in quattro fuoristrada ciascuno con sei persone a bordo. Conosciamo la nostra guida e l’autista che ci condurrà’ per tutto il tour. Ci inoltriamo nell’entroterra ed il paesaggio che ci si presenta è molto insolito, caratterizzato da coltivazioni di ulivi e distese di terra di color ocra con rari ciuffi d’erba. La prima tappa, in direzione Zaghouan è Takrouna, paesino arroccato sulla collina, un tipico villaggio berbero della Tunisia del nord. Siamo quasi assaliti dagli abitanti, che chiedono ininterrottamente dinari tunisini in cambio di foto e di pietre rare, ma riusciamo a resistere. Una stradina sterrata in salita porta sino ad una terrazza dalla quale è possibile ammirare una larga veduta sull’arida zona circostante. Dinanzi al panorama la guida ci introduce alla storia e alla cultura del popolo tunisino.
La Tunisia è stata abitata fin dalla preistoria. I suoi primi abitanti noti furono i berberi, nella loro lingua Amazigh ovvero gli uomini liberi. Sebbene oggi siano considerati gli abitanti autoctoni del Nordafrica per una serie di motivi storici e ideologici tale nome è solitamente riservato solo a quanti, in Nordafrica, parlano ancora la lingua berbera. Il nome berbero deriva dal francese berbère, che a sua volta riproduce la parola araba barbar, che probabilmente non fa che riprendere la parola greco-romana barbaro con cui gli antichi indicavano gli stranieri. Essendo un popolo nomade, non fondarono grandi insediamenti o città, ma vagarono per tutto il nord africa, evitando cosi di essere assorbiti da altri popoli e culture. Nel 814 a.C., mentre le tribù berbere girovagavano nell’entroterra, sulla costa fu fondata Cartagine per mano dei fenici. Dopo le Guerre Puniche Cartagine passò sotto la dominazione romana, dove conobbe un periodo di grande prosperità: si svilupparono l'agricoltura e l'urbanizzazione. La Tunisia passò poi sotto il dominio bizantino. A metà del VII secolo iniziò la penetrazione degli arabi e della loro nuova religione, l'Islam. Furono necessarie ben cinque spedizioni per strappare il paese ai Bizantini e insediarvisi stabilmente, spezzando anche la resistenza dei Berberi. Malgrado il popolo berbero avesse adottato la religione degli invasori, non fu mai disposto ad accettarne il dominio. Sono tuttora una piccola minoranza di circa 50.000 persone. Si alternarono poi diverse dinastie arabe sino all’arrivo dei turchi. Nel 1574 la Tunisia venne infatti annessa all'Impero ottomano. Nel 1881 con il Trattato del Bardo la Francia, già da 50 anni installata in Algeria, batteva sul tempo le mire dell'Italia, che contava la colonia europea più numerosa e si insediò nel territorio tunisino. Il protettorato francese mirava a investire nello sfruttamento delle risorse naturali agricole e minerarie. La resistenza anticoloniale durò praticamente per tutti i 75 anni di dominazione francese, e dopo la guerra, nel 1956, la Tunisia venne dichiarata indipendente. Soddisfatti e incuriositi dal racconto della guida riprendiamo il viaggio. Conoscere la storia di un paese che ti appresti a visitare aiuta sicuramente ad apprezzarne e a capirne la cultura. Zaghouan (l'antica Ziqua) è il secondo luogo di visita dove circa nel 200 a.C. partiva l’acquedotto romano che alimentava la città di Cartagine.
Dell'antica città rimane solo un arco di trionfo, mentre alla sommità del paese sorge il Ninfeo o Tempio delle acque con un grande emiciclo (elemento architettonico di forma semicircolare.) che doveva essere coperto a volte e contenere nelle nicchie le statue delle ninfe. In basso un bacino ora restaurato raccoglieva le acque della fonte prima di essere incanalate nell'acquedotto. Proseguiamo il viaggio e ci fermiamo in un’azienda vinicola a Bou Argoub per degustare un buon bicchiere di vino locale. La zona è famosa per il vino Château Bou Argoub e da quanto ci dicono, la Tunisia, tra le nazioni emergenti nell'ambito della produzione di vino di qualità, sta’ ottenendo un discreto successo. Approfittiamo di questi momenti di pausa per conoscere meglio i nostri compagni di viaggio. Rinfrescati e dissetati ripartiamo per Kairouan dove ci aspetta per la notte un albergo a 5 stelle “La Kasbah”. L’hotel è stupendo, ricavato in una fortezza addossata alle mura della medina, con splendida piscina e un arabeggiante cortile in contesto da “mille e una notte” . Anche le camere sono ben curate, in stile locale: la parete dietro il letto in piastrelle di maiolica, un terrazzo interno con finestre coperte dal tipico grigliato in legno locale. E' un cinque stelle e si vede.
Un’ottima cena in compagnia, un bagno in piscina sotto le stelle e tra le mura di una vecchia fortezza araba ed eccoci pronti e contenti per una bella dormita rigenerante. L’indomani ci svegliamo di buon ora pronti per visitare la città. Kairouan, città santa capolavoro dell'Islam, è inserita dall'UNESCO tra i patrimoni dell'umanità. Affascinante, accogliente, segreta è uno dei gioielli del patrimonio Tunisino. Essendo l'antica capitale degli emiri aglabiti è ricca di ricordi storici e di monumenti importanti, tanto da essere considerata la quarta città santa dopo la Mecca, Medina e Gerusalemme. E’ considerata particolarmente venerabile dai musulmani per la presenza della Grande Moschea, una delle più antiche moschee esistenti e per la Moschea del Barbiere. Oggi Kaiurouan è circondata da una ponderosa cinta muraria color sabbia, lunga oltre tre chilometri e dotata di molte torri ma pochi ingressi. Tra gli edifici di maggior interesse senza dubbio c’è la Grande Moschea (o Sidi Okba) ma non è certo l'unico edificio sacro della città. Kairouan ha infatti la maggior densità di costruzioni religiose in rapporto alla popolazione di tutta la Tunisia. La città vecchia ha affascinato molti artisti. Essa vanta una bellezza particolare e misteriosa tra le sue stradine, passaggi, volte e cupole scanalate di colore bianco, che si collegano tra loro sotto la benevola protezione della Grande Moschea e del suo maestoso minareto. l souks, strade dedicate al commercio, suddivise per attività, brulicano di vita. Accanto, in stradine silenziose, tra i bianchi muri intervallati da porte di colore blu pallido, si affrettano delle figure femminili avvolte in veli, che incrociano talvolta bande di bambini che giocano. Dopo aver attraversato la medina raggiungiamo la Grande Moschea. Da subito si è attratti dalla forma imponente del suo minareto, simile ad un antico faro che illumina la steppa che circonda la città. Altrettanto imponenti sono le dimensioni del maestoso cortile circondato da arcate magnificamente disegnate e le alte porte di legno preziosamente scolpito che si aprono sulla sala della preghiera.
All'interno di questa, archi innumerevoli sostenuti da decine di colonne romane prelevate da siti in rovina, si stagliano nella penombra. L'edificio fu fondato nel 670 dal generale arabo Oqba lbn Nafi, che edificò la prima moschea del Maghreb. E’ stata ricostruita nella sua forma attuale nel 836, sotto la dinastia degli Aglabiti, epoca di grande prosperità. Kairouan fu’ per due secoli una delle più grandi metropoli del Mediterraneo per la sua ricchezza e la sua influenza, che si estendeva fino alla Sicilia musulmana e gran parte del Magnreb. Il nome degli emiri aglabiti è rimasto legato ai larghi bacini circolari situati nella periferia della città il più grande dei quali ha un diametro di 128 metri, vestigia di un sistema complesso di serbatoi d'acqua che destarono l'ammirazione di storici del Medio Evo.
Dopo gli aglabiti, seguirono i regni dei fatimidi e dei principi ziridi. Kairouan, non fu più però la capitale dei nuovi sovrani ma restò una città raffinata. Kairouan è soprannominata la "città delle trecento moschee". Vista dall'alto, la Medina offre uno spettacolo sorprendente di una moltitudine di cupole bianche disseminate tra terrazze e che segnalano delle tombe di santi musulmani e di "Zaouias", edifici dedicati a dei maestri spirituali che hanno dispensato insegnamenti religiosi a Kairouan. La più eccezionale di queste Zaouias è quella di Sidi Saheb, soprannominata "Moschea del Barbiere" che ospita la tomba del compagno del Profeta, che, si dice, aveva conservato in una reliquia tre peli della barba di quest'ultimo. ln questo vasto edificio del XVlI secolo, graziose corti e gallerie adornate di pannelli in ceramica e stucco scolpito svelano influenze andaluse e turche. Durante la visita abbiamo l’opportunità di partecipare alla festa di circoncisione di un bambino di circa sei anni, rito sacro praticato proprio all’interno della moschea. Apprendiamo che per i musulmani la circoncisione è una vera e propria prova, grazie alla quale un bambino diventa un vero uomo, ed è tanto importante che si organizzi per l’occasione una grande festa che si svolge in quattro tappe. La prima è quella della purificazione con il bagno e l’henné; la seconda è la circoncisione, poi la passeggiata pubblica sulla carrozza trainata da un cavallo e infine la grande festa dove il bambino seduto sul trono come un principe riceve doni, soldi e regali da parenti e amici. Noi abbiamo assistito al momento della circoncisione e un attimo dopo all’inizio della festa dei parenti, non di certo del bambino che in quel momento non sembrava molto contento ovviamente. Il piccolo indossava l’abito tipico per la cerimonia: la “jeba”, una tunica bianca che arriva sino alle caviglie, un papillon nero, il cappellino rosso e un paio di ciabatte di pelle a punta. La moschea era gremita di parenti e amici tutti vestiti per le grandi occasioni, con veli e colori sgargianti. Euforici e gioiosi ci hanno accolto nei loro festeggiamenti regalandoci sorrisi e caramelle. Un’esperienza davvero intensa e difficile da comprendere per noi occidentali. Non dimenticherò mai la paura prima e il dolore poi stampato sul volto di quel bambino, mentre tutti ridevano felici e lo acclamavano. Prima d lasciare la città andiamo a visitare un negozio di tappeti. Kairouan è famosa per i tappeti che portano il suo nome. Questo tipo di tappeto, a punto annodato, utilizza una tecnica particolare, il punto Gordes, dandole una forte tenuta. Sparsi in tutta la città i laboratori di tessitura permettono di assistere al paziente lavoro di artigiane dalle mani esperte. Queste donne, per pochi spiccioli, realizzano punto per punto immensi tappeti dalla decorazione caratteristica raffigurante geometrie che simboleggiano la cultura e l'urbanizzazione araba.
Il colore dei tappeti di Kairouan è quello del montone. Se ne trovano in ogni angolo e in tutte le misure, ma le sfumature non cambiano: si va dal marrone al beige. Qualche nostro compagno di viaggio si regala un tappeto, che nonostante vengano realizzati in loco non sono di certo economici. Per un bel tappeto si può arrivare facilmente a spendere anche 1000€.
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