La prima versione di rete Ethernet usava un cavo coassiale del diametro di circa un centimetro che si snodava lungo l'edificio come una specie di serpentone ininterrotto, portandosi in vicinanza delle diverse stazioni da collegare. Questa è la famosa Ethernet II chiamata anche dix e codificata dall'ieee con il nome di Ethernet 10Base-5. Quest'ultima è una sigla che cerca di spiegare, in modo non proprio chiarissimo, la modalità di funzionamento della rete. 10 indica la velocità di trasmissione teorica massima prevista da Ethernet, cioè 10 milioni di bit per secondo. Base è l'abbreviazione di baseband, che si traduce in banda base. Il termine indica che il segnale trasmissivo viaggia sulla rete usando un'onda portante (a codifica di Manchester) che ha una sola frequenza, 20 MHz, sulla quale vengono convogliate le informazioni binarie che devono passare da un nodo all'altro. La cifra 5 si riferisce alla lunghezza massima del singolo segmento, vale a dire 500 metri. Le sue caratteristiche salienti sono che il cavo coassiale deve essere ininterrotto dall'inizio alla fine. Il collegamento delle singole stazioni avviene per mezzo di speciali connettori che si fissano sul cavo coassiale e lo perforano creando un contatto con i fili all'interno (si chiamano connettori a vampiro proprio perché la loro punta perfora il cavo coassiale "succhiandone" i dati). Questo sistema conferisce notevole robustezza al canale di collegamento visto che l'intero tratto di coassiale non ha giunture e anche dove ne avesse si userebbero connettori a vite che resistono anche agli strappi violenti. La debolezza sta nei connettori a vampiro che, se male inseriti oppure forzati nella loro sede, possono mettere in cortocircuito il coassiale visto che la punta del vampiro deve superare la calza esterna (il primo polo del coassiale) senza toccarla prima di arrivare al filo di rame interno (il secondo polo, detto anche anima). Questi connettori sono tra l'altro molto costosi perché incorporano tutta la circuiteria elettronica per trasmettere e ricevere i segnali sul cavo e, nel loro insieme (presa vampiro più ricetrasmettitore) prendono il nome di transceiver (transmitter-receiver).
La connessione fra transceiver e stazione di lavoro avviene per mezzo di un cavo a 8 coppie (drop cable) connesso ad una apposita porta del calcolatore (presa AUI). Si noti che la quasi totalità delle schede Ethernet in commercio vengono offerte anche nella cosiddetta versione combo che contiene tutte e tre le uscite possibili, 10Base-2, aui e 10Base-T, a prezzi anche molto convenienti. Per facilitare il posizionamento del transceiver, il cavo coassiale reca stampigliate bande nere ogni 2,5 metri. Questa limitazione serve a ridurre al minimo i disturbi che una stazione può provocare sulla vicina. In alternativa alla presa a vampiro, esiste anche la possibilità di acquistare tronconi di cavo coassiale già dotati di propri connettori, chiamati "connettori Serie N". Il nome non ha un significato particolare salvo indicare che si tratta di connettori coassiali che si fissano a vite sul transceiver, in quale ha due attacchi, uno per il cavo in entrata e uno per il cavo in uscita. Con questo approccio non c'è pericolo di cortocircuiti e l'intera operazione di connessione della macchina alla rete può essere fatta a mano libera. Come abbiamo visto, una rete di questo genere consente di creare un singolo troncone ininterrotto di cavo coassiale lungo 500 metri nel quale trovano posto fino a 100 stazioni. A entrambi gli estremi di questo segmento deve essere obbligatoriamente montato un terminatore, detto anche tappo di terminazione. Si tratta di un particolare tipo di connettore che chiude il percorso del cavo collegando un polo all'altro mediante un resistore che scarica qualsiasi segnale in arrivo affinché non si rifletta all'indietro e non vada a collidere con altri impulsi trasmessi. Uno dei due terminatori dovrebbe essere possibilmente collegato a terra per evitare l'accumularsi di cariche elettriche sul cavo.
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