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Il calcolatore, nato per trattare numeri, col passare degli anni ha trovato impiego anche in quelle attività che devono trattare caratteri, frasi, parole, ecc. Nasce, quindi, l'esigenza di individuare dei meccanismi che realizzino una corrispondenza tra la rappresentazione dell'informazione più vicina all'uomo con quella propria degli elaboratori digitali. A tale scopo, vengono create delle tabelle che fanno corrispondere ad ogni carattere una sequenza di bit. Mediante l'utilizzo di queste tabelle di conversione, qualsiasi elaboratore può codificare in binario le informazioni ricevute, memorizzarle, manipolarle e trasmetterle (con un processo inverso detto di decodifica) in formato comprensibile all'uomo. Da notare che elaboratori diversi (da diversi costruttori) possono avere tabelle di conversione diverse, di conseguenza le informazioni non possono essere scambiate tra elaboratori diversi. Per evitare questi inconvenienti, oggi, vengono utilizzati delle tabelle di codifica standard. Tra queste citiamo:
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