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Si chiama analogica una grandezza che può assumere un insieme non numerabile (cioè continuo) di valori. Per esempio l'intensità di corrente che passa attraverso un filo. Nelle rappresentazioni analogiche una quantità è rappresentata da un'altra che è direttamente proporzionale alla prima. Un esempio è un tachimetro di un'automobile, in cui la deflessione dell'indice è proporzionale alla velocità della auto. La posizione angolare dell'indice rappresenta il valore della velocità dell'auto, e l'indice segue qualsiasi angolazione allorché l'auto accelera o decelera. Un altro esempio di quantità analogica è il comune microfono audio. In questo dispositivo viene generata una tensione di uscita proporzionale all'ampiezza delle onde acustiche che colpiscono il microfono, le variazioni del suono d'ingresso. Ad una somiglianza o differenza tra grandezze rappresentate corrisponde una analoga somiglianza o differenza tra le grandezze rappresentanti. Nell'esempio della mappa, presi due punti qualsiasi sul territorio rappresentato, la loro distanza sarà sempre proporzionale a quella tra i punti della mappa che li rappresentano. Anlogico si contrappone a digitale.
Tra i diversi tipi di calcolatori analogici quello che ha raggiunto la maggiore diffusione è stato certamente il regolo calcolatore. La strada per arrivare all’invenzione del regolo calcolatore fu aperta da Nepero agli inizi del 1600 con l’introduzione dei logaritmi, sebbene egli abbia utilizzato questa scoperta solo nell’ambito delle tavole matematiche.
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