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Homebrew Computer Club (gruppo dei computer fatti in casa), il club degli hacker dell'hardware fu fondato nel marzo 1975 da Fred Moore e Gordon French nella Bay Area di San Francisco in California settentrionale, più esattamente a Menlo Park. La prima riunione, si tenne in un garage con solo 30 persone, ma il gruppo in poche settimane raggiunse il numero di parecchie centinaia. Le riunioni generalmente servivano a copiare e a distribuire i programmi più utili che sarebbero costati centinaia di dollari se acquistati normalmente, e spesso, a scambiarsi i componenti industriali stessi che le compagnie tenevano gelosamente in segreto prima del loro lancio sul mercato. Che ogni persona dovesse possedere in casa propria un computer era considerata da molti un'assurdità, ma non dall'Homebrew Computer Club, che si prodigò nello sviluppo di quest'idea. Tramite riunioni quindicinali, alla quarta delle quali si erano superati i cento partecipanti, la piccola confraternita hacker propose dibattiti, diede lezioni di programmazione e costruzione, approfondì lo studio di nuovi sistemi e ne insegnò l'utilizzo, in altre parole, contribuì allo sviluppo di una cultura che "addestrava" una generazione di hackers verso la nuova industria dei computer da tavolo. I componenti del club rispettavano l'etica che subordinava la proprietà e l'individualismo al bene comune. Procedevano uniti, e insieme formarono una comunità (anche se questa non era centrata geograficamente come quella del Mit: l'Homebrew, di fatto, si estendeva da Sacramento a San Josè). Obiettivo del club era lo scambio delle informazioni. Non esistevano informazioni che non meritassero di essere diffuse, e più importante era il segreto, più grande era il piacere nel rivelarlo. "C'è qualcuno qui dell'Intel?" chiedeva Dan e, se non c'era nessuno, divulgava le ultime sul chip che l'Intel aveva fino a quel momento protetto dallo spionaggio delle altre aziende. Sokol, uno dei membri dell'Homebrew, rubò un chip Atari che risultò contenere un programma per giocare, il nuovo videogame Pong. Si trattava di un furto vero e proprio, ma dal punto di vista dell'Homebrew, Sokol stava liberando un valido hack dall'oppressione della proprietà. Pong era qualcosa di valido e doveva appartenere a tutti. All'interno dell'Homebrew, scambi come quelli erano liberi ed abituali. L'etica insegnava la libertà e la condivisione a qualsiasi livello, ma il sogno hacker si trovò presto a fare i conti con uno dei temi più scottanti ed attuali (allora come oggi) del mondo informatico: la proprietà del software. Nella primavera del 1975 infatti due studenti universitari di Seattle, Paul Allen e Bill Gates, si rivolsero a Ed Roberts e concordarono un guadagno su ogni copia venduta del loro programma: un interprete per il Basic , ovvero il linguaggio macchina dell'Altair (uno dei primi personal computer della storia, venduto non assemblato, in un kit di montaggio). Il software fu "piratato" e, prima ancora dell'uscita ufficiale del programma, diffuso capillarmente. La giovane comunità informatica si divise sulla dura lettera di sfogo con cui Gates, allora studente diciannovenne, accusava l'Homebrew di furto. L'allettante prospettiva del denaro e la logica del business avrebbero implicato inevitabili cambiamenti. Molti dei soci dell'Homebrew si trovarono infatti di fronte ad un bivio: entrare nel mondo degli affari o continuare ad "hackerare" come avevano sempre fatto. I pionieri dell'Homebrew passarono dal costruire computer al fabbricare computer e, senza più alcun vincolo comune, entrarono in competizione per mantenere la loro quota di mercato. Ciò determinò la caduta di quella pratica, per lungo tempo sacra per il club, della condivisione delle tecniche, del rifiuto di mantenere i segreti e di mantenere libero il flusso dell'informazione. Sulla scia di questi eventi Steve Jobs e Steve Wozniak, due componenti del club misero sul mercato nel 1977 l'Apple I, il primo personal computer completo e fondarono poi una delle più famose case informatiche americane, l'Apple computer Inc. Anche molti degli altri membri del club iniziarono attività legate all'informatica, primo tra questi Bill Gates che fondò con Paul Allen la Microsoft. Altri componenti del club furono Lee Felsenstein e John Draper. Il primo, uno studente anarchico di Berkeley creò tra le altre cose uno dei primi computer portatili, l'Osborne n.1, Draper invece meglio conosciuto come capitan uncino per aver scoperto, soffiando dentro un fischietto che veniva offerto con i fiocchi di avena, chiamati per l'appunto "capitan uncino", che le telefonate interurbane venivano misteriosamente interrotte. Questa scoperta lo portò poi a creare la famosa blue box, un congegno elettronico che gli permetteva di telefonare gratis in tutto il mondo. Un altro personaggio geniale del club fu Gary Kildall, il creatore di Cp/M, che potrebbe essere il "vero" sistema operativo a partire dal quale, attraverso modifiche successive, è stato realizzato il sistema definitivo DOS consegnato a IBM da parte della Microsoft. Molti dei componenti dell'Homebrew Computer Club rappresentano oggi le menti migliori dell'industria di computer della Silicon Valley.