Storia di Crema

Storia di Crema IV Parte

Il modello amministrativo proposto da Venezia era di tipo aristocratico, e questo spiega la realizzazione di edifici di notevole valore realizzati proprio in quegli anni. Per i cittadini privati l'acquisto di un titolo rappresentava il coronamento di un sogno ed un investimento della ricchezza mobiliare. Entrare a far parte dell'aristocrazia comportava tutta una serie di vantaggi legati alla carriera, all'esercizio del potere, al carico fiscale, ecc. Le mura, costruite tra il 1488 ed il 1508, la ricostruzione del palazzo comunale (1525 - 1533), la costruzione del palazzo della Notaria, ora palazzo Vescovile (1548 - 1549) sono i segni evidenti del prezzo pagato per giustificare la promozione di Crema al rango di città. La creazione della diocesi (1580) conferisce alla chiesa di S. Maria il titolo di chiesa cattedrale, ed alla nuova dignità raggiunta debbono adeguarsi gli arredi, le decorazioni, il cerimoniale. Commesse in campo artistico, la nascita della cappella musicale, il rifacimento dell'organo, il grande impulso alla produzione di musica sono altrettante conseguenze del processo di "nobilitazione" che interessa anche la Chiesa locale. Ma non solo la cattedrale è interessata a questo fenomeno. Un po' tutte le chiese, preesistenti o di nuova costruzione beneficiano in tempi diversi di questo particolare clima. Nascono così veri gioielli che, mentre testimoniano lo spirito religioso e la fede dei cremaschi, sono altresì indice di una sensibilità e di un gusto raffinati, frutto di una cultura aristocratica penetrata profondamente nel tessuto sociale. S. Maria della Croce (1490 e segg.) splendida ed originale nell'architettura e nella decorazione; la chiesa di S. Domenico esternamente semplice ed austera ma ricca, internamente, di tele ed affreschi che ornavano altari e cappelle; l'armoniosa e suggestiva chiesa di S. Spirito e S. Maddalena dell'inizio del XVI secolo, opera di Agostino Fondulo, architetto e grande plasticatore (attuale auditorium Cavalli); la chiesa monastica di S. Bernardino, in cui alla semplicità della facciata fa singolare contrasto la sontuosità dell'interno, impreziosito da tele, affreschi, stucchi, opera dei migliori artisti dei secoli XVI e XVII, sono frutto di quella esigenza di bello che si accompagna al tradizionale spirito religioso e che ne concretizza in questo periodo, l'espressione. Gli stessi rifacimenti (chiese di S. Benedetto e di S. Agostino, secolo XVII, ad opera di F.M. Richini; chiesa della SS. Trinità, secolo XVIII, ad opera di A. Nono) rispondono ad identica esigenza; allo stesso imperativo rispondono anche i grandi cicli di affreschi di Gian Giacomo Barbelli in S. Giovanni Battista e nella chiesa delle Grazie. E l'elenco potrebbe continuare ancora con la segnalazione di altre chiese, di altri monumenti, di altre opere d'arte, ma appesantirebbe inutilmente queste brevi note. Tuttavia non è possibile tralasciare altri settori culturali che vedono protagonista l'ente pubblico: la grande spinta data all'istruzione con la creazione di scuole pubbliche; la fondazione (secolo XVII) dell'Accademia dei Sospinti; l' istituzione, sempre nel XVII secolo, del teatro, che aveva sede nel palazzo comunale nell'ala a sud del Torrazzo, dove oggi sono ubicati gli uffici dei servizi sociali e dell'urbanistica, sono gli interventi maggiormente qualificanti.

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