Storia di Crema

Storia di Crema V Parte

La destinazione di un locale di proprietà pubblica a teatro è forse l'evento di maggior rilievo, gravido di conseguenze positive. Si garantiva in tal modo uno sbocco sicuro a quella passione per la scena e per lo spettacolo ampiamente diffusa e che poteva trovare soddisfacimento nell'iniziativa privata o, limitatamente alla musica sacra, nelle cerimonie religiose. Ma, a sua volta, il teatro era centro di produzione culturale e di educazione: si pensi ai coristi, agli orchestrali, ai vari artisti, agli autori, ai compositori. Il teatro ebbe, come si è detto, la sua prima sede nel palazzo comunale. Nel '600 le attività industriali erano in decadenza, a causa della riduzione della popolazione decimata dalla peste e per le esecuzioni sommarie decise dall' inquisitore straordinario Lunardo Macenigo. L'agricoltura invece, si sviluppava velocemente, grazie alle opere di bonifica che venivano attuate. Il 27 marzo 1797 cade la repubblica Serenissima di Venezia. A Crema un drappello di dragoni francesi arresta l'ultimo podestà, Zan Battista Contarini, e costituisce la municipalità. Cessarono così tutti i benefici ed i privilegi di cui Crema aveva goduto quale città di frontiera e capoluogo dell'enclave circostante. In seguito costituì con Lodi la Provincia di Lodi-Crema; in seguito venne inglobata nel Dipartimento dell'Alto Po, con capoluogo Cremona. Nel 1814, con la riannessione all' Austria, costituì nuovamente con Lodi la Provincia Omonima. Si provvide in questo periodo ad attuare una serie di lavori pubblici che migliorarono le condizioni di vita nella città come ad esempio l'illuminazione stradale ad olio, la tombinatura per la raccolta delle acque, il nuovo macello con le ghiacciaie. Anche se formalmente per tutto il periodo di dominazione austriaca si parla di "provincia di Lodi e Crema", il centro della vita amministrativa è solo Lodi. Il 23 ottobre 1859 Crema venne definitivamente staccata da Lodi ed assegnata alla Provincia di Cremona. Andarono così deluse le aspettative, che pure erano forti, di essere capoluogo di autonoma provincia: Crema ebbe solo la più modesta qualifica di capoluogo di circondario! Questo significò abbandono definitivo di una posizione di privilegio e conseguente impossibilità di poter accedere a provvidenze statali sia in termini protezionistici, sia in termini di incentivazione. Da qui la necessità di far fronte alla contingenza politico-amministrativa facendo leva sull'iniziativa privata, sulle capacità imprenditoriali, sul potenziamento delle strutture produttive. Da un'economia protetta si passava ad un'economia di mercato caratterizzata da una forte concorrenzialità. Lo sforzo fatto per superare l' handicap del venir meno dei privilegi diede i suoi frutti in termini di ricchezza e di prosperità. Crema è, col suo territorio, il polo industriale della provincia di Cremona, ha un'alta produzione agricola e può contare su solide strutture commerciali e creditizie. E' cremasca la prima industria impiantata nel territorio provinciale (il Linificio Maggioni, 1860), il potenziamento delle capacità produttive dell'agricoltura è opera dell'associazionismo privato, che scopre i valori della cooperazione; quanto di meglio offre la tecnologia viene subito sperimentato ed adottato; sorgono ben presto istituti di credito (Banca Popolare, Casse Rurali ed Artigiane) che forniscono quei servizi finanziari e creditizi assolutamente indispensabili per un'economia in espansione ed intesa a conquistare ampi mercati. Durante il '900 l'assetto urbano rimase pressoché intatto, a parte qualche piccola modifica, cosicché ancora oggi il volto del centro storico, dove domina il meraviglioso Duomo esempio di quello che si definisce " Gotico Lombardo ", é rimasto praticamente intatto.

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